Progetto FreeAll: è online il primo rapporto sull’Italia che studia i gap nei servizi nell’accogliere e prendere in carico i bisogni delle persone LGBTQI+
Sulla base di una collaborazione a lungo termine e dei risultati ottenuti nella prevenzione e nella risposta alla violenza di genere nei Paesi di riferimento, le associazioni e le organizzazioni che collaborano al progetto FreeAll riconoscono le carenze dei sistemi di protezione nella tutela delle persone LGBTQI+ sopravvissute o a rischio di violenza. Queste condizioni sono state esacerbate dalla pandemia.
Nell’ambito di questa azione, i partner italiani hanno collaborato alla realizzazione di una ricerca bibliografica e di una qualitativa per comprendere come il sistema di protezione risponde ai bisogni
specifici delle persone LGBTQI+, al fine di implementare attività di formazione e risposte di emergenza basate su informazioni e dati aggiornati.
I primi risultati
Alice e Oxfam Italia, grazie anche ai contatti e alla metodologia forniti dalla Fondazione G. Brodolini Srl SB, hanno analizzato il quadro legislativo italiano, i dati disponibili sulla violenza di genere in relazione alle persone LGBTQI+ sopravvissute. I partner hanno contattato oltre 20 associazioni LGBTQI+ italiane e circa 10 servizi sanitari e sociali pubblici per comprendere i punti di forza, le buone pratiche e le lacune esistenti nel sistema di protezione per il rispetto dei diritti delle persone LGBTQI+. 10 associazioni hanno risposto all’invito e 16 professionisti/e ed attivisti/e hanno partecipato a focus group volti a indagare su quali aspetti intervenire per rispondere ai bisogni e alle difficoltà delle persone LGBTQI+ sopravvissute a
violenze, abusi e discriminazioni.
L’analisi è stata un momento importante per rafforzare la rete del Progetto Free All, per coinvolgere
gli enti competenti nella risposta alle diverse forme di violenza e per fornire elementi utili allo sviluppo di future azioni di contrasto e risposta al fenomeno. Alice e Oxfam intendono continuare ad operare sui territori di riferimento e raccogliere le testimonianze per far sentire la voce delle persone sopravvissute. Durante la fase di ricerca, hanno riconosciuto la mancanza di dati disponibili a livello nazionale per comprendere l’entità del fenomeno della violenza contro le persone LGBTQI+.